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L’attività del Club a partire dalla sua fondazione il 12 febbraio 1988

“Spero che ci sia sempre una terra del più oltre per i Lions, una meta che si fa grande quanto più ade essa ci avviciniamo, ma che ci sfugge, sfidandoci a correre più celermente, lavorare di più, pensare più in grande”.  Questa riflessione tratta dal testamento spirituale di Melvin Jones, è il principio fondamentale su cui si è basata tutta l’attività del Club Firenze Bargello insieme alla volontà di operare che accompagna le socie tutte le volte che si presenta alla loro attenzione una nuova possibilità di concreto approccio ad un problema sociale e non solo.

Non si devono poi escludere i molti altri interessi che hanno fatto e fanno parte della vita del Club, come l’amore per la musica, l’arte e non ultima una grande curiosità intellettuale che porta a realizzare incontri di interesse culturale tra i più disparati nel corso di ciascuna annata.

Le origini del Club dal 1979 al 1988

Quando il Lionismo è approdato in Italia, qualche anno dopo la fine della guerra, e cioè nel 1951, è ancora ben lontana l’idea di una rivalutazione del ruolo femminile e dunque l’Associazione si è consolidata negli anni secondo il modello di società maschilista allora esistente. La donna non ha sempre pari possibilità di proseguire negli studi, di laurearsi e di accedere ad attività professionali qualificate. Nel mondo del lavoro dipendente è ancora sottopagata rispetto ad un pari grado uomo. Non ha voce in capitolo nei settori decisionali della vita del paese.

Ma gli anni passano e, se pur lentamente, la donna comincia a recuperare terreno; nel frattempo l’Associazione si espande sempre più, acquistando maggiore importanza e visibilità e incrementando sempre più il numero dei soci; il Lions International rivolge la sua attenzione anche alle donne, conoscendone la capacità organizzativa più volte richiesta dai mariti Lions per speciali occasioni e cerimonie.

Lo Statuto internazionale Lions non prevede ancora, però, soci di sesso femminile ed ecco allora che, intorno agli anni settanta, le donne vengono invitate a far parte dell’associazione con l’Istituzione del Lioness Club, considerato come Attività di servizio del Club Lions e a questo subordinato.

Nel corso degli anni i Lioness Club opereranno in vastissimi settori della società, individuandone carenze, disarmonie e squilibri; ma tutto questo con il profondo disagio di non potere agire autonomamente, di non poter accedere a cariche distrettuali, di non poter organizzare propri congressi, non avendo un proprio statuto. Tutto questo risulta ancora più anomalo se si pensa che i Lions sono particolarmente attenti e innovativi nell’individuare e promuovere iniziative per migliorare la qualità della vita.

Questa è la situazione che si presenta a Firenze nel 1979, quando si costituisce il Lioness Club Bagno a Ripoli, primo in territorio toscano, per iniziativa del Lions Club Bagno a Ripoli (ora Firenze Bagno a Ripoli). Inoltre nonostante che sulla stampa lionistica si raccomandi di istituire più Lioness Club possibile, questa iniziativa viene accolta con scarso entusiasmo da alcuni Club più anziani presenti a Firenze. Il Lioness Club Bagno a Ripoli viene omologato il 22 maggio 1979 con Tilde Renzi quale Presidente ed inizia subito ad operare nel contesto cittadino con intuizione ed impegno promozionale nel sociale, spesso coinvolgendo nelle proprie iniziative il Club sponsor.

Dopo la Convenzione di Taipei nel 1987 che modifica lo Statuto internazionale togliendo le parole “di sesso maschile” relativamente ai requisiti richiesti per i futuri soci, riconoscendo così pari diritti a socie e soci, i Lioness Club possono sciogliersi e costituirsi come Club Lions, perdendo tuttavia l’anzianità di servizio. Per il Lioness Club Bagno a Ripoli non è facile diventare il Lions Club Firenze Bargello perchè tra i Club Lions esistenti a Firenze è ancora radicata una notevole diffidenza nei confronti di questa trasformazione. Molto si deve alla determinazione dell’allora Governatore Iolao Farci e della Presidente del Club Bernadette Fontana Poma se, finalmente, il 12 febbraio 1988 le socie fondatrici possono firmare la Charter e diventare Soci Lions: come dire che “alle leonesse è spuntata la criniera!!”.

La trasformazione, in realtà, è istituzionale ma non sostanziale, poiché sia le socie che il metodo di lavoro non cambiano. E’ un fatto indiscutibile che se il Lionismo vuole essere un movimento di volontariato sempre più propositivo e un efficace strumento di stimolo per dibattere i grandi temi che coinvolgono la società, se vuole essere la coscienza critica per i distratti e gli inetti, se vuole proporsi come aiuto al buon governo, esso deve avere in sé in egual misura sia la componente maschile che quella femminile, deve avvalersi di tutte le forze intellettuali presenti nella società.

Lunga è ancora la strada da percorrere per una paritetica presenza femminile nel Lionismo. Un particolare importante che denota un progressivo, se pur lento, tentativo di raggiungere questo traguardo sta nel fatto che anche se i Club nati femminili sono rimasti a lungo rigorosamente tali e così pure i Club maschili, da un certo momento in poi i nuovi Club si sono costituiti in forma mista all’insegna di un sano e paritetico spirito di servizio e di cameratismo, tanto da indurre i vecchi Club a rivedere il proprio statuto e ad aggiornarsi.