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Bullismo e cyberbullismo


Inter club Firenze-Michelangelo e Firenze-Arnolfo di Cambio

Nell’ambito di uno dei quattro temi del Centenario (engaging our youth), i due Club della Zona D, rispettivamente presieduti da Grazia Pengue e da Sergia Fantechi, hanno organizzato una serata su un tema di grande attualità, con episodi sconcertanti che vengono continuamente ripresi dai mass-media. Nel corso della conviviale del 25 ottobre 2016 a Villa Viviani, alla presenza del Secondo Vice Governatore Daniele Greco e del PDG Luigi Pengue, Rosario Lupo,  figlio di un Lion, magistrato del Tribunale per i Minorenni di Firenze e Nadia Giannattasio, responsabile dell’Ufficio Minori della Questura di Firenze, hanno affrontato, da angolazioni diverse, il fenomeno del “bullismo e del cyberbullismo”, con le sue implicazioni giuridiche e sociali. Già nella precedente annata lionistica il Club Firenze-Arnolfo di Cambio, particolarmente sensibile al tema, si era avvicinato all’argomento invitando ad una conviviale la dottoressa Carla Fineschi, nota psicologa e psicoterapeuta senese.

Ricordiamo che i primi studi sul bullismo (dall’inglese bullying, che significa prepotenza, intimidazione, maltrattamento) iniziarono negli anni ’70 ad opera dello scandinavo Dan Olweus, ma il fenomeno è molto più antico. Chi non ricorda il “bullo” Franti del libro Cuore di Edmondo De Amicis scritto nel 1886?

Il magistrato ha definito le diverse tipologie di bullismo, che riposa su tre dimensioni fondamentali e cioè l’intenzionalità degli atti di prepotenza (condotta progettata), la persistenza (atti che vengono ripetuti nel tempo) e lo squilibrio fra chi compie queste azioni e chi le subisce. Ha parlato di un fenomeno trasversale che colpisce giovani di tutti gli strati sociali, maschi e femmine, di incapacità educativa, di perdita dello scontro generazionale che avveniva in passato, di minimizzazione dei fatti credendo che si tratti soltanto di un fenomeno facente parte della crescita, di un bisogno malato di realizzazione proposto dai modelli della società in cui viviamo, di contrapposizione fra vittima e carnefice con i cosiddetti attendenti coinvolti nella denigrazione della vittima.

I casi più gravi – conclude Rosario Lupo – vengono incanalati nel processo minorile con ampio spazio, al suo interno, ad interventi di rieducazione e di socializzazione, col coinvolgimento delle famiglie e del servizio sociale competente.

Nadia Giannattasio, nell’ottica della sua attività di prevenzione, anche con interventi diretti sul territorio della provincia, ed investigativa, ci ha parlato di cyberbullismo, cioè quello on line (che gli americani definiscono a silent epidemic) esercitato attraverso Internet (posta elettronica, social network, chat, blog, forum): un fenomeno trasversale rispetto all’età, al sesso, all’etnia, alle fasce sociali, al rendimento scolastico degli studenti. Inoltre, senza demonizzare Internet, che offre preziose opportunità di informarsi e di socializzare, è stato anche sottolineato il rischio dei molti contatti on line, con età di accesso sempre più bassa, uso notturno dei cellulari (il cosiddetto vamping importato dall’America, che, come dei vampiri che si aggirano nelle ore notturne, gli adolescenti praticano per inviare sms e tweet, chattare su WhatsUp e Snapchat, per postare commenti su Facebook o foto su Instagram), dipendenza dalla rete,  facilità di divulgare foto.

Alla fine, diversi sono stati i quesiti sottoposti ai due oratori, che hanno permesso di arricchire il quadro generale già molto esauriente.

Rileviamo che nel corso degli ultimi anni ci sono state varie iniziative volte a tentare di prevenire e ridurre il fenomeno, spesso indirizzate ad interventi a diversi livelli anziché focalizzati solo sul rapporto bullo-vittima: in particolare, interventi scolastici anti bullismo basati sul coinvolgimento di tutte le componenti della scuola (dirigenti, insegnanti, alunni) e con la partecipazione diretta delle famiglie per aumentare il senso di responsabilizzazione dei genitori nei confronti dei comportamenti aggressivi dei figli, fornendo loro le necessarie competenze. Ma molto resta ancora da fare riguardo a questo fenomeno così complesso, che merita di essere affrontato dai Lions, anche a livello distrettuale e multi distrettuale, così come ha proposto la presidente del Club Firenze-Arnolfo di Cambio in fine serata.

Carla Bendinelli – addetto stampa

Lions Club Firenze – Arnolfo di Cambio