Diario di un service
Era da qualche tempo che parlavamo del Terremoto nella zona di Amatrice, immediatamente dopo l’evento il Distretto si era mobilitato con una imponente raccolta fondi, alla quale abbiamo partecipato con entusiasmo, ma questa volta avevamo voglia di fare qualcosa che ci coinvolgesse maggiormente.
Ne parlammo a lungo in Consiglio, i più esperti in queste situazioni ci avvertirono che in queste occasioni è molto facile devolvere in modo sbagliato i propri sforzi, magari affidandosi ad una associazione poco efficiente o non radicata sul territorio, decidemmo che rivolgerci direttamente al Presidente del Lions Club di Amatrice sarebbe stata una garanzia.
Una breve ricerca sul WEB mi permise di individuarlo, Carlo Villani, in poco tempo riuscii ad ottenere il suo numero di cellulare e lo chiamai. Il tono di voce accorto di chi risponde alla telefonata di un numero sconosciuto mutò quando dissi che ero un socio del Lions Club Livorno Porto Mediceo e la conversazione si fece amichevole, gli chiesi subito se potevamo fare qualcosa di utile per la popolazione terremotata.
Carlo mi spiegò che il periodo intercorrente fra le due forti scosse, del 24 agosto e del 30 ottobre, era stato molto impegnativo per l’immediatezza richiesta nelle azioni di aiuto e che solo ora poteva iniziare a pensare a coordinare le varie offerte di aiuto che molti club stavano avanzando, mi pregò di attendere per meglio focalizzare le necessità, dopodiché mi avrebbe richiamato.
Lasciai la conversazione con una punta di delusione, pur riconoscendo le ragioni che avevano ingenerato una simile risposta, la mia voglia di fare, qualcosa doveva attendere il momento giusto.
Tre giorni dopo ero nel mio ufficio, era una giornata di quelle che si ricordano, sembrava che nessuno potesse fare a meno di noi, email che arrivavano a tutto spiano, il telefono che non smetteva di squillare e persino il fax, strumento ormai in disuso, si dava da fare. Inutile dire che il mio cellulare era costantemente impegnato, ma a un certo punto sento l’avviso di chiamata, guardo il monitor del telefono, è il numero di Carlo, congedo velocemente l’interlocutore del momento e rispondo rifugiandomi in sala riunioni per riuscire a dialogare come si addice a due amici.
Finiti i convenevoli, Carlo mi comunica di aver avuto una comunicazione dalla seconda vicepresidente del Club, Giuseppina, una RSA di Borbona, località a circa 30 Km da Amatrice, si era rivolta a loro per una richiesta di materiale, la richiesta era precisa: “ne abbiamo necessità”.
Non appena terminata la telefonata chiamo Giuseppina: “Ciao Giuseppina sono Giovanni del Lions Club Livorno Porto Mediceo Carlo mi ha dato il tuo numero !”. Capii immediatamente che avevo a che fare con una persona che era sulla mia stessa lunghezza d’onda, Giuseppina mi informa che la RSA si trova nella situazione di sovraffollamento avendo dovuto ospitare anziani che sono rimasti senza casa o provenienti da altre RSA non più agibili, contemporaneamente mi invia una lista del materiale da trovare, prendo tempo, le dico che la richiamerò a breve e mi metto a leggere la lista.
Il materiale di cui necessitavamo era molto eterogeneo e in parte atipico, ma una volta sul posto tutto ci è stato più chiaro: 36 orologi da muro e calendari, giochi da tavolo, un impianto stereo, stampelle, cavigliere per la fisiokinesiterapia, un tablet, insomma era necessario mobilitarsi, non avrei potuto raccogliere il tutto da solo dovevo chiedere aiuto, chiamai Andrea anche lui socio del Club, gli chiesi una mano e se sarebbe stato disponibile ad accompagnarmi, avremmo usato il mio camper in modo da poter essere autosufficienti per mangiare e dormire e avere la capienza giusta per portare il materiale.
Andrea non ebbe il benché minimo dubbio e accettò di buon grado, insieme ci vedemmo con il presidente che condivise il nostro entusiasmo e ci garanti la collaborazione del nostro Club.
E’ in questi momenti che il nostro Club mostra il proprio carattere, le cose da fare erano molte, ci eravamo dati una scadenza temporale di due settimane, avevamo bisogno di fondi e di aiuto, una mail a tutti fu sufficiente per avere il supporto necessario, ognuno di noi si adoperò al meglio, furono contattati degli sponsor commerciali, furono mobilitati i soci del nostro club satellite, il Meloria, e in men che non si dica il garage del mio camper fu riempito fino all’orlo di tutto il materiale necessario.
Giovedì 24 mi svegliai presto, avevo passato il giorno prima per gli ultimi preparativi, il camper era stato revisionato completamente, il materiale in buona parte già caricato, eppure mi sembrava di dover fare ancora tante cose, non vedevo l’ora di partire ed ero preoccupato di dimenticare qualcosa di importante.
Arrivo in ufficio, salto sul camper, il motore “ romba “ che è una bellezza, il prossimo passo è di andare a prendere Andrea e di partire, i messaggi sul telefonino si succedono l’uno dopo l’altro, sono messaggi dei soci del club che mi sostengono, ognuno a suo modo chi con una frase scherzosa chi con un messaggio di affetto, ma tutti testimoniano la loro presenza e partecipazione. Quando arrivo da Andrea trovo una bella sorpresa, non solo alcuni soci del club sono venuti a salutarci ma ci sono anche i ragazzi del Meloria e Giuseppina Bombaci in qualità di Presidente della Circoscrizione, tutti assieme completiamo il carico del materiale da portare a Borbona.
Alle 11.30 finalmente partiamo, considerata qualche pausa l’arrivo è previsto per le 17.30.
Dopo un viaggio confortevole arriviamo in orario a Borbona, comune di circa 600 abitanti della provincia di Rieti, in Lazio, che si estende nell’alta valle del fiume Velino; trovare la RSA è molto semplice, a quell’ora tutti gli ospiti sono impegnati nella cena, a noi non rimane che declinare l’invito (alle 18.00 non avevamo molta fame … ) e parcheggiare il camper per la notte nel cortile della RSA.
Il giorno dopo ci alziamo di buon’ora, c’è ancora da scaricare il camper e disporre il materiale, verso le 9.30 siamo raggiunti da due soci del Lions Club Amatrice, una è Giuseppina, con la quale avevo già parlato al telefono, l’altro è Giulio un architetto amatriciano molto affabile, ci raggiunge anche la dottoressa della RSA, Ilenia, con del personale, e tutti si prodigano per aiutarci e per sistemare le cose nel migliore dei modi, la sensazione è quella di essere in una festa di famiglia nella quale noi siamo gli ospiti d’onore.
Ben presto ci raggiungono il Sindaco di Borbona, Maria Antonietta Di Gaspare, il Direttore Sanitario Dott. Maurizio Salvatori e una nutrita rappresentanza di ospiti; l’atmosfera è festosa, la voglia di ricominciare è grande e tutti gustiamo, come si gusta un buon bicchiere di vino, la gioia di stare insieme, di parlare e sentirsi solidali come non mai.
Verso le 12.00 Giuseppina e Giulio si offrono di accompagnarci a Amatrice,ci congediamo dai nostri ospiti della RSA e saliamo tutti e quattro sulla macchina di Giuseppina. La strada è tortuosa, quasi una strada di montagna, mi dicono i nostri ospiti che il genio militare è riuscito a riasfaltarla in pochissimo tempo, siamo a circa 5 Km da Amatrice e s’incominciano a vedere i primi campi allestiti dai militari, la sensazione, confermata in seguito, è che la presenza dello Stato sia massiccia, ovunque si vedono mezzi militari o dei Vigili del Fuoco, gli Alpini e i Carabinieri presidiano gli ingressi alla zona rossa, Giuseppina mi fa notare che l’orologio del vecchio campanile segna l’ora della scossa che ha distrutto il paese. Ovunque macerie e la voce di Giuseppina che mi accompagna: “ Qui ci abitava il Dottor Tizio con la famiglia, era la villa più bella del paese, di loro non ne sappiamo più nulla !”, in mezzo alle macerie gli oggetti che tutti noi usano giornalmente, un asciugamano, un phon, una borsa della spesa.
Raggiungo il campo d’accoglienza e mi metto a osservare dei bambini dell’età di mia figlia che giocano a nascondino, lo spazio non manca e sembrano non accorgersi del freddo e dell’umidità che è nell’aria; quando è freddo mi porto sempre un cappellino, questa volta ne ho uno che mi è stato dato in regalo da un vecchio amico con lo stemma del Lions Club International e che indosso volentieri, sto per andare quando sento una voce: “ehi Lions ! ehi Lions !”. Istintivamente mi giro e vedo un signore della mia età che mi viene incontro con la mano tesa: “Sono il cerimoniere di Cremona Host, il club di Montpellier, con noi gemellato, ci ha mandato cinquemila euro, noi abbiamo raddoppiato la cifra con i nostri services e ora sono venuto qui per donare questi soldi ma non so a chi rivolgermi !!”. Immediatamente gli presento Giuseppina e gli occhi del nostro nuovo amico si riempiono di entusiasmo, sono sicuro che Giuseppina saprà dargli tutte le indicazioni del caso, chiamo Andrea che sta facendo finta di non commuoversi e, con i nostri ospiti, iniziamo la strada del ritorno.
Durante il viaggio di andata avevamo parlato tantissimo, degli argomenti più disparati, ma ora si sente solo il motore del camper che si inerpica per le strade che ci condurranno all’autostrada, siamo felici e orgogliosi di ciò che il nostro Club è riuscito a fare e porteremo per sempre con noi il ricordo di questa meravigliosa avventura.
Ancora una volta è doveroso rivolgere un GRAZIE sentito a tutto il nostro Club e al Meloria per l’entusiasmo e l’amicizia dimostrata, sentirvi vicini è stato fondamentale !